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COP24 – La conferenza mondiale sul clima

La COP24 è la conferenza mondiale sul clima che si è tenuta a Katowice, in Polonia tra il 2 ed il 15 dicembre 2018.

La sigla “COP24” sta per “Conference of parties” ovvero la Conferenza tra i paesi firmatari dell’ UNFCCC, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Si è trattato quindi di un incontro fondamentale per regolare e limitare le emissioni che stanno portando ai ben noti cambiamenti climatici. In particolare la COP24 ha avuto lo scopo di concordare e definire le regole di attuazione degli accordi precedentemente presi nella conferenza di Parigi del 2015.

Breve storia e precedenti accordi

Le tematiche discusse sulla COP24 si basano sugli accordi presi durante la “Conferenza di Rio sui cambiamenti climatici” o COP21 che si è tenuta a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre del 2015. Il numero 21 è dovuto al fatto che fosse la 21ª sessione annuale della conferenza della UNFCCC dal 1992 (venne anche chiamata CMP11 essendo la 11ª  dal protocollo di Kyoto del 1997).

Nella Conferenza si è raggiunto un accordo circa la riduzione delle emissioni ed ha riscontrato l’ approvazione delle 195 parti; in particolare, uno dei temi principali concordati è stato il mantenimento del riscaldamento globale  “ben al di sotto dei 2° C”.

Per chi volesse leggere l’ intero accordo di Parigi alleghiamo il link del pdf  di una delle principali traduzioni in italiano: Accordi di Parigi 2015

COP 24 e la sua importanza

La COP 24 è stata la prima conferenza sul clima tenuta dopo la pubblicazione ad ottobre del report dell’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dove si affermava che  per limitare l’aumento della temperatura a 1.5 gradi, i governi dovranno necessariamente ridurre le emissioni di gas serra del 45%  entro il 2030.

Come già successo, la Conferenza si è dilungata oltre i termini previsti, finendo con un giorno di ritardo (la chiusura era prevista per il 14 e non per il 15 dicembre); tra i principali traguardi raggiunti possiamo evidenziare l’ adozione del “Katowice Climate Package” ,una sorta di  regolamento con cui attuare gli accordi presi a Parigi nel 2015 nel corso della COP21.

 

Può quindi essere considerata un successo?

La responsabile delle Nazioni Unite per il clima Patricia Espinosa  ha affermato che “Ora c’è una tabella di marcia con cui la comunità internazionale può affrontare in modo decisivo il cambiamento climatico”, ma è da sottolineare come importanti potenze quali  USA, Arabia Saudita e Russia abbiano contestato il report dell’ IPCC accogliendone la pubblicazione ma non riconoscendone le conclusioni.

Entrando più nel concreto, si è concordato che i vari Paesi dovranno fornire informazioni sui loro contributi nazionali per ridurre le emissioni (i cosiddetti NDC o “Contributi Nazionali Determinati”) ma non si è ancora raggiunto un piano di azione severo sui tagli alle emissioni.

Fattori positivi importanti sono stati quindi la registrazione delle emissioni di tutti i Paesi e l’ utilizzo dei cosiddetti “carbon credits” ovvero dei premi per i Paesi che ridurranno ulteriormente le loro emissioni per “bilanciare” quelle degli altri. In particolare il singolo paese che non adempierà agli obiettivi di riduzione dovrà acquistare questi crediti mancanti dai soggetti che hanno ridotto oltre la soglia minima le loro emissioni ( in questo modo i paesi più virtuosi vengono premiati).

Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, si è concordato che avranno una maggiore tolleranza per le emissioni e finanziamenti per la “conversione” ad energie più sostenibili.

Il ruolo  delle “Grandi Potenze”

Da sottolineare purtroppo che i grandi Paesi che potrebbero fare maggiormente la differenza non sembra abbiano avuto un ruolo molto positivo: Cina e India hanno appoggiato la causa senza però concreti provvedimenti mentre preoccupante è la posizione degli Stati Uniti con il presidente Trump che, come ci si aspettava, ha ribaltato il modo opposto l’ ottimo apporto dato dagli Stati Uniti agli accordi di Parigi nel 2015 (con il Presidente Obama).

In una posizione simile anche la Russia ed il Brasile che negli scorsi anni ha appoggiato gli accordi  ma che con il neo – presidente Jair Bolsonaro, ha anche annullato l’offerta del paese per ospitare i colloqui del prossimo anno.

La scarsa informazione

Ultima nota dolente è stata, a nostro avviso, la scarsissima “pubblicità” per questo importante evento. Giornali, Telegiornali ed in generale i social – media, non hanno sensibilizzato abbastanza il pubblico ad una evento di rilevanza mondiale che può portare ad un pianeta più pulito ed eco-sostenibile per le giovani e le future generazioni, le cui vite saranno direttamente e pesantemente influenzate dagli accordi che si prendono in questi anni.

E non si parla di allarmismi da “fine del mondo” ma di una presa di coscienza di tutti noi riguardo un problema ormai lampante ed evidente come l’ aumento pericoloso della temperatura dovuta alle eccessive emissioni di CO2 a cui ha portato il nostro stile di vita degli ultimi 150 anni.

Fonti

Davide Burdo
Dottore in Ingegneria Energetica e studente della specialistica, appassionato alle tecnologie che sfruttano le risorse rinnovabili ed a modi innovativi per la produzione e distribuzione di energia, ritengo che la transizione energetica verso le "green energies" sia una grande possibilità di cambiamento.

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    1 Comment

    1. Molto interessante!

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