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Spiagge, il lato nascosto #1

Il lato verde delle Spiagge

Sappiamo tutti benissimo come sono fatte le spiagge vero? D’altronde, chi non è mai stato al mare in vacanza; o non ha mai guardato le foto degli amici divertirsi al mare mentre si sta su una scrivania a preparare un odioso esame universitario?!

Bene, cancellate tutto quello che pensavate di sapere sulla spiaggia perché quello che leggerete in questo articolo, e nel successivo, farà crollare ogni vostro punto di vista in tanti piccoli pezzi, come la sabbia…

 

Prima di tutto, ambienti naturali

Ebbene sì, quello che ora vi apparirà come scontato, non lo è quando ad agosto si fa il bagno o si prende un po’ di sole sopra l’asciugamano: le spiagge sono ambienti naturali. O meglio, dovrebbero…

Ancora però non siamo arrivati a definire questo prezioso ma fragile ambiente, quindi, partirei subito con il fornirvi un confronto di due foto aeree di spiagge riprese da Google Earth:

 

Figura 1: due tipi di spiagge a confronto.

State già iniziando a capire quali sono le differenze? Pensate che ciò che ora vi appare irrilevante, una volta che ci avvicineremo fin con la lente d’ingrandimento si paleserà per ciò che è realmente: uno splendido e peculiare ecosistema naturale.

Non ci credete? Allora iniziamo subito!

 

Plasmate dalla vegetazione

Come sempre, parto dalla nostra visione della domenica mattina appena scesi dalla macchina e con in braccio il nostro ombrellone da piantare. A seconda delle regioni italiane potreste trovare una stretta fascia di arbusti sempreverdi da attraversare per poi finalmente raggiungere la spiaggia. Cosa ci appare subito davanti? Una “triste” pianura di sabbia perfettamente pulita con i trattori da tutta una serie di rifiuti, e non, la sera prima.

“Perché pulita non solo dai rifiuti?”– direte voi… Perché purtroppo la pulizia meccanica portata avanti dalla macchina ripulisce indiscriminatamente anche una serie di tesori spiaggiati. Tale metodo priva i cittadini di quella naturalezza che in questi due articoli cercherò di raccontarvi.

Come da titolo, ora vi vorrei raccontare la particolare vegetazione che si dovrebbe ritrovare nelle spiagge naturali. Partiamo da questo spaccato semplificato ma efficace per iniziare subito a capire come fino a pochi metri dalla linea della battigia possiamo trovare piante! Infatti, la spiaggia naturale dovrebbe ospitare quasi fin dai suoi metri iniziali le prime piante pioniere.

 

Figura 2: schematizzazione di una spiaggia naturale. Notare le varie fasce di vegetazione, ognuna con le proprie peculiarità.

 

Il Cakileto

Il ruolo di impavido pioniere lo assume una pianta chiamata Cakile (Famiglia Brassicaceae, stessa del cavolo o ravanello) da cui prende nome la prima fascia vegetazionale da lei costituita: il Cakileto.

Il Cakileto anticipa quelle che vengono chiamate dune embrionali per via della posizione ancora in avanti, per la loro ridotta altezza e per il dinamismo spiccato dovuto all’influenza del vento e le mareggiate ancora forte.

 

Figura 3: Cakile marittima, prima pianta colonizzatrice dei suoli sabbiosi di una spiaggia naturale.

 

Lungo le dune embrionali possiamo osservare un mosaico incredibile di piante e cespugli erbosi che in primavera diventano una gioia per tutti i naturalisti dal momento che i numerosi fiori verranno invasi da una moltitudine di insetti e molto ancora (vedi futuro articolo sugli animali). Eccovi alcune foto di gioielli preziosi che le primordiali dune possono ospitare.

Figura 4: il famoso giglio di mare, Pancratium maritimum.

 

 

 

Figura 5: eleganti fiori della specie Medicago marina.

 

 

L’ammofileto

Finalmente scaliamo il primo gruppo di dune più alte chiamate dune mobili per via dell’ancora forte influenza degli agenti atmosferici. Queste dune però hanno un alleato che impedisce loro di essere spazzate via: l’Ammofila. Questa pianta si è perfettamente adattata nel corso dell’evoluzione a vivere sulla spiaggia e tramite i fitti gruppi di steli che spuntano dal terreno, la sabbia alzata dal vento viene intrappolata e si sedimenterà strato per strato accrescendo la duna stessa.

Figura 6: in primo piano la Ammophila arenaria, creatrice di dune, che può raggiungere il metro di altezza!

 

Se ci si spinge ancora più indietro delle dune mobili, potreste trovare una sorta di avvallamento che viene a formarsi per via della formazione delle dune circostanti, tra cui le più alte e rare “dune fisse”.

 

Il retroduna

Oltre le dune, troviamo il “retroduna”, un’affascinante zona che si presenta come una grande nuvola verde, anche un po’ spinosa.

Eccovi alcune immagini che vi faranno capire meglio di cosa sto parlando.

 

Figura 7: il retroduna, una tipica macchia mediterranea medio-bassa che nasconde moltissime sorprese!

 

Figura 8: Ginepro coccolone, Juniperus macrocarpa.

 

Figura 9: Stracciabrache, Smilax aspera.

 

Conclusione

Abbiamo capito come una spiaggia possa rappresentare un habitat ricco di flora unica ed evolutasi in condizioni speciali dove venti, mareggiate, sale e sole mettono a dura prova ogni giorno questi organismi. Nel prossimo articolo scoprirete quali animali possono vivere tra le varie fasce di vegetazione e sono sicuro che vi sorprenderò con più di un asso nella manica!

 

Fonti:

Vegetazione Costiera.it

Acta Plantarum

PhotoCredits:

Figura 1. Google Earth

Figura 2. http://www.vegetazionecostiera.it/5_Vegetazione%20psammofila.html

Figura 3 – 4. Matteo Garzia, Life – Il Faro dei Curiosi

Figura 5. http://www.vegetazionecostiera.it/5_Vegetazione%20psammofila.html

Figura 6 – 9. Matteo Garzia, Life – Il Faro dei Curiosi

 

 

Life Il Faro dei Curiosi
LIFE - Il Faro dei Curiosi è una pagina di divulgazione scientifica nata nel 2018 dalla condivisione delle idee e delle passioni di quattro giovani Biologi Romani (Jacopo, Lorenzo, Luca e Matteo) che, con spirito critico e amore per la conoscenza, vi mostreranno curiosità, riflessioni e molto altro sulla scienza che studia il mistero della vita, la biologia. La nostra community è attiva su Facebook, Instagram e Telegram. Ognuno di noi ha una luce, una piccola lanterna che può puntare dove desidera. Sta a noi decidere di puntarla in quelle zone più buie dove l’uomo, per pigrizia o negligenza, non vuole avventurarsi. Forse la piccola luce di un faro sulla costa non farà attraccare le grandi navi nel porto, ma potrà essere un punto di riferimento importante per tutti coloro che vogliono dominare le onde della loro stessa curiosità. Instagram: https://www.instagram.com/life_ilfarodeicuriosi/?hl=it

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