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Ponte San Michele

Questo articolo segue quello relativo alla teoria dei ponti ad arco di cui è consigliata la lettura per avere un’idea più precisa di questo tipo di infrastrutture Il Ponte ad Arco.

Storia:

Il ponte di San Michele sull’Adda è un’opera ingegneristica di notevole importanza, sia dal punto di vista progettuale sia per l’economia lombarda. Attraverso quest’infrastruttura viaria, finalmente fu possibile collegare due città economicamente importanti come Milano e Bergamo, superando il vincolo paesaggistico rappresentato dalla gola in cui scorre il fiume. Per la sua realizzazione furono necessari due anni, dal 1887 al 1889, e circa 1.850.000 di lire più altre 128.717 lire per le opere preliminari e la società incaricata fu la “Società Nazionale Officine di Savigliano” mentre il progetto è dell’ingegnere svizzero Jules Röthlisberger.

Alla fine del 2017 il ponte è stato candidato per essere inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità protetti dall’UNESCO come parte di un bene transnazionale assieme ad altri quattro ponti ad arco in ferro del XIX secolo. Per le sue peculiarità tecniche il ponte è considerato un capolavoro di archeologia industriale italiana, nonché una delle più notevoli strutture realizzate dall’ingegneria ottocentesca. La rilevanza del ponte San Michele, dal punto di vista storico, è paragonabile a quella della Torre Eiffel, infatti era il ponte ad arco più grande al mondo e solo il quinto per ampiezza di luce. Non a caso entrambe le strutture, all’epoca della loro costruzione, divennero il simbolo del trionfo industriale per i rispettivi paesi.

Nel 2018 è stata ordinata la sua chiusura per via dell’età avanzata della struttura, ormai obsoleta, e per il traffico eccessivo che ne avrebbe compromesso ulteriormente la stabilità.

Struttura:

Il ponte San Michele è un ponte ad arco, formato da un’unica campata in travi di ferro da 150 metri di corda, che sostiene tramite 7 piloni ferrei un’impalcatura a due livelli di percorribilità (uno ferroviario e l’altro, sopraelevato di 6,3 metri, carrabile). La larghezza della sede stradale è di cinque metri ed è a singola corsia, con due passaggi pedonali sui lati. Nel livello inferiore del ponte transitano le Linee ferroviarie Seregno-Bergamo e Milano-Carnate-Bergamo, mentre sul livello superiore passa la strada carrabile che collega la provincia di Lecco a quella di Bergamo.

La sua lunghezza è di 266 metri e si eleva a 85 metri al di sopra del livello del fiume Adda. Fu tra i primi esempi di costruzione che sfruttò i principi della teoria dell’ellisse di elasticità. La campata è costituita da due archi parabolici simmetrici e affiancati, leggermente inclinati tra loro e a sezione variabile (più snella verso la cima).

La scelta di un ponte a singola campata, senza appoggi intermedi a terra, fu dettata sia dalla particolare forma della gola da scavalcare, molto stretta e profonda, sia dalla volontà di non intralciare la navigazione sul corso d’acqua. Gli archi si appoggiano a opere cementizie e murarie costruite a metà delle pareti della scarpate contrapposte che discendono al fiume. I plinti e i contrafforti di sostegno sono costituiti da oltre 5.000 metri cubi di pietra di Moltrasio e 1.200 metri cubi di granito di Baveno.

La struttura è interamente chiodata e del tutto priva di saldature: del resto all’epoca della costruzione del ponte, tale tecnica richiedeva impianti ingombranti e poco pratici, inadatti ad essere adoperati nei manufatti in opera, specie se di dimensioni così rilevanti e in posizioni poco agevoli.

 

Nonostante tali limiti tecnici, il ponte risultò un’opera di ingegneria imponente per l’epoca: per unire e reggere le oltre 2.500 tonnellate della complessa struttura a maglie triangolari degli archi, dei piloni e dei due livelli percorribili furono infatti impiegati 100.000 chiodi ribattuti. Inoltre il doppio arco da solo pesa oltre 1.320 tonnellate, mentre la travata principale raggiunge le 950 tonnellate e i piloni ammontano a 245 tonnellate.

Per la sua realizzazione furono necessarie 2.515 tonnellate di ferro e 110 tonnellate di ghisa che vennero importati tramite una potente funicolare. Molto utile fu anche il trasporto di granito tramite chiatte, proprio lungo il fiume Adda. Il numero di operai che parteciparono alla costruzione dell’opera fu di 470 e l’ efficace logistica e l’organizzazione permisero di rispettare i tempi promessi, anche se vi furono alcune vittime tra i lavoratori.

 

 

 

Fonti (foto):

InLombardia

Lecco Today

VisitBergamo

Alessio Brunetti
Studente magistrale di Ingegneria Civile, da sempre affascinato dalle grandi opere civili. Ho intrapreso questo percorso di studi affinchè possa ottenere le conoscenze necessarie per realizzare ciò che ammiravo fin da piccolo.

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