I ponti a travata
Il ponte a travata è sicuramente la tipologia di ponte più utilizzato al mondo. E’ infatti la soluzione statica che più si presta per campate medio-piccole, soprattutto per un vantaggio di tipo economico. Infatti vengono sempre più spesso realizzati in cemento armato precompresso o tramite il sistema acciaio-calcestruzzo, anche per la maggiore facilità esecutiva.
Lo schema statico
Lo schema statico è molto semplice: l’impalcato è sostenuto da travi disposte longitudinalmente, a loro volta sostenuta dalle spalle. Generalmente tra le due spalle, per ponti di modesta luce, ci sono anche le pile intermedie, in primo luogo per evitare sollecitazioni flettenti troppo elevate.
Si possono dividere tre differenti schemi principali:
- Ponti a travata semplicemente appoggiata
- Ponti a travata tipo Gerber
- Ponti a travata continua
Ponti a travata semplicemente appoggiata
Questa prima tipologia ha delle travi incernierate-appoggiate alle pile intermedie (o alle spalle), e questo comporta numerosi vantaggi nel caso in cui siano probabili cedimenti differenziali delle pile. In questo caso infatti l’isostaticità della struttura consente alla stessa di deformarsi senza far nascere delle sollecitazioni parassita.
Ponti a travata tipo Gerber
Le strutture che presentano la caratteristica della trave Gerber, hanno il vantaggio di ridistribuire meglio le sollecitazioni sulle travi, anche se comporta molti accorgimenti manutentivi. Infatti la trave Gerber è una struttura solamente appoggiata alle travate laterali, e diversi crolli, anche in Italia, sono avvenuti per il progressivo degrado di calcestruzzo e armature nelle sezioni d’appoggio della Gerber, dove si era infiltrata dell’acqua.
Ponti a travata continua
I ponti a travata continua sono molto spesso prefabbricati con cemento armato precompresso, la cui continuità è garantita da cavi di precompressione disposti nella soletta. Questo tipo di schema statico è quello che più si presta ad utilizzare elementi prefabbricati, e perciò è quello più usato negli ultimi anni.
L’impalcato
L’impalcato di un ponte a travata può essere costruito tramite tre differenti metodi:
- Ponti con impalcato a graticcio
- Ponti a cassone
- Ponti a graticcio cassonati
Ponti con impalcato a graticcio
La prima modalità prevede tra le travi principali elementi che aumentino la rigidezza della struttura, detti traversi.
Le travi sono spesso prefabbricate in calcestruzzo armato precompresso per luci modeste, e doppia T in acciaio nei casi di luci maggiori.
Per lo schema statico di questo tipo di impalcati il ponte avrà una minore rigidezza torsionale rispetto a quelli a cassone. Questo potrebbe portare ad avere un aumento di flessione nelle travi più estremali, effetto della torsione secondaria.
Ponti a cassone
I ponti a cassone invece sono caratterizzati da impalcati sorretti da pareti piane che vanno a formare sezioni chiuse scatolari. Sezioni di questo tipo hanno un buona rigidezza torsionale e sono spesso realizzate con pareti di acciaio (tranne quella superiore, che corrisponde alla soletta di calcestruzzo).
Questo tipo di soluzione strutturale inoltre consente di utilizzare lo spazio interno al cassone per il passaggio di impianti, e per la conformazione del cassone, di ridurre la dimensione delle pile del ponte.
Ponti a graticcio cassonati
Come possiamo intuire dal nome, quest’altro schema strutturale mette insieme alcune delle caratteristiche degli schemi strutturali precedentemente descritti.
Possiamo infatti trovare delle travi longitudinali, unite da controventamenti orizzontali e longitudinali, così da formare delle sezioni scatolari, per migliorare il comportamento torsionale.
Perciò anche essendo la soluzione strutturalmente più semplice, questo tipo di ponte si presta a numerosissime varianti, anche esteticamente molto apprezzabili. Sono moltissimi infatti gli esempi di straordinari ponti a travata costruiti con questo schema statico, uno tra tutti l’Europabrücke, il ponte austriaco di cui tratteremo nel prossimo articolo.
Fonti:
- Ponti – Marco Cavalieri, Andrea Cavalieri