Riserva Naturale Lago di Vico – Oltre le apparenze
“Basta fare un passo fuori” è il motto di Oikos Film che porta avanti il progetto ExUrbe con lo scopo di valorizzare le ricchezze naturali della Regione Lazio. Oggi esploreremo la Riserva Naturale Lago di Vico, un tesoro a pochi passi da Roma e andremo oltre le apparenze.
Prima di approfondire una serie di tematiche naturalistiche della riserva, eccovi la Puntata II del progetto ExUrbe:
Breve storia della riserva
La Riserva Naturale fu istituita nel lontano 1982 e comprendeva 3.346 ettari che si distribuivano solo parzialmente attorno al lago. Solo nel 2008, con l’estensione della superficie del parco, si inserì anche il versante sud-ovest del lago arrivando a ben 4.109 ettari di aree protette. Attualmente la riserva è gestita dall’ente Monti Cimini – Riserva Naturale Lago di Vico. Il lago è da sempre fonte economica e ludica per le popolazioni dei comuni limitrofi ma nasconde anche un potenziale naturalistico incredibile.
Geologia, un passato turbolento
Tufo rosso (a sinistra) e Leucitite con fenocristalli (a destra), entrambi ammirabili lungo il percorso geologico del parco.
Il Lago di Vico che fa da protagonista della riserva è situato all’interno della caldera sprofondata di un antico vulcano, ad oggi, inattivo. A fianco del lago sono presenti due coni più giovani, ovvero, il Monte Venere con la sua famosa faggeta e il Monte Fogliano entrambi diventati Siti d’Interesse Comunitario (SIC) per via delle peculiarità naturalistiche che li caratterizzano. L’attività del vulcano di Vico iniziò circa 0,99 milioni di anni fa, in una fase immediatamente successiva a quella del Monte Cimino a nord. Il massimo sviluppo dell’attività si ebbe circa 0,4 milioni di anni fa, quando fu edificato il vulcano centrale vero e proprio e furono emessi la maggior parte dei prodotti affioranti. Per via del suo passato turbolento, sono presenti aree dov’è possibile ammirare rocce vulcaniche come i tufi rossi, la leucitite e le scorie vulcaniche. Inoltre, nascosti all’interno di enormi massi o ciottoli sono presenti coloratissimi minerali molto famosi tra i mineralogisti di tutto il mondo. Il fatto incredibile è che alcuni di questi minerali sono stati scoperti per la prima volta proprio in queste zone ricevendo i nomi di Vicanite (da Vico) e Capranicaite (da Caprarola, un comune limitrofo).
Scorcio sulla biodiversità della riserva
Come riporta il titolo di questo articolo, visitare questo sito naturalistico permette di andare oltre le apparenze. Infatti, nonostante il Lago di Vico faccia da padrone della riserva come fonte di svago soprattutto nei periodi estivi, sono presenti ricchezze naturalistiche non di poco conto. L’80% degli uccelli strettamente legati al bacino (oltre 50 specie in totale) è inserito nella legge europea di tutela “Direttiva Uccelli – 79/409/CEE” o è presente nella Lista Rossa Nazionale.
Sono presenti anche numerosi rapaci che possono essere visti volteggiare sfruttando le correnti ascensionali perlustrando così le ampie regioni non coperte dai boschi. Tra questi troviamo il nibbio bruno, il falco pellegrino e molti altri meno conosciuti al grande pubblico come l’albanella reale.
Per quanto riguarda la flora, oltre alla particolare faggeta del Monte Venere posta al di sotto della normale quota, sia a primavera sia a inizio autunno è possibile godere di fioriture incredibili all’interno del bosco. Tra le specie più preziose troviamo numerose orchidee tra cui Cephalanthera rubra e Dactylorhiza maculata.
Non è possibile menzionare tutta la ricchezza di specie presente all’interno della riserva ma è certo che si possa godere dei suoi ambienti naturali in ogni periodo dell’anno!
Eutrofizzazione, una minaccia per l’ambiente
Tra le diverse minacce per l’ecosistema del lago vi è l’eutrofizzazione. L’eutrofizzazione è un fenomeno anomalo scaturito dall’aumento di sali minerali (fosfati e nitrati) all’interno delle acque e derivanti dalle attività antropiche. L’immissione di grandi quantità di questi nutrienti comporta: (i) la deossigenazione dell’acqua del fondo; (ii) la comparsa di fioritura algale; (iii) la crescita intensificata di piante acquatiche superiori; (iv) la formazione di “schiuma” e di “tappeti” di alghe flottanti; (v) la diminuzione della trasparenza dell’acqua; (vi) odori sgradevoli causati da processi putrefattivi; (vii) massicce morie di pesci. Le sorgenti principali di tale inquinamento sono due, ovvero, gli scarichi civili/industriali e l’agricoltura per via dell’uso dei fertilizzanti successivamente trasportabili dalle piogge. Infatti, all’interno dell’area protetta sono presenti importantissime coltivazioni tra cui i famosi noccioleti condotti essenzialmente con metodi di agricoltura tradizionale e la produzione, per raggiungere livelli economicamente accettabili, richiede apporti annuali di fertilizzanti, in primo luogo di concimi azotati e fosforici.
Una convivenza non perfetta
Come si è potuto capire, l’impatto antropico non è del tutto assente in questa riserva. Nonostante tutto, la Riserva Naturale Lago di Vico offre infinite possibilità con i paesaggi e i tesori tra i più affascinanti della Regione Lazio, se solo non ci si fermasse alle apparenze.
Per approfondimenti: PIANO DI GESTIONE DEI SIC “MONTE FOGLIANO E MONTE VENERE” (IT 6010023) E “LAGO DI VICO” (IT 6010024) E DELLA ZPS “LAGO DI VICO – MONTE FOGLIANO E MONTE VENERE” (IT 6010057)
Tutti i componenti del team OIKOS Film
Contenuti scientifici: Life – Il Faro dei Curiosi (Jacopo De Luca, Luca Gallitelli e Matteo Garzia)
Fotografia e regia: Giulia Garzia
Riprese aeree: Dr.one_dronisti (Luigi Cao Pinna e Francesco Simone Mensa)