La sinfonia dei serpenti a sonagli
Ciò che rende una sinfonia armoniosa e toccante a prescindere dal genere musicale è la combinazione di note e tonalità anche estremamente diverse, mai immutabili e molto meno coinvolgenti se ascoltate singolarmente. Nel mondo animale, i serpenti a sonagli sono noti per il suono prodotto dal sonaglio cheratinizzato, ma non è azzardato affermare che la vera sinfonia risiede nel loro veleno.
“In passato, ho avuto l’onore di condurre un progetto di ricerca sull’evoluzione del veleno dei serpenti a sonagli e le conseguenti implicazioni mediche alla University of Queensland di Brisbane, in Australia e i risultati non hanno certo deluso. Lì ho potuto lavorare con il Professor Bryan Fry, uno dei massimi esperti al mondo sullo studio di veleni.” – Lorenzo Seneci, autore del testo di questo articolo.
Caratteristiche generali
Queste vipere (classificate nei generi Crotalus e Sistrurus) costituiscono un gruppo estremamente affascinante dal punto di vista scientifico. Non a caso sono tra i serpenti più studiati nella storia dell’erpetologia. I serpenti a sonagli hanno un areale vastissimo che si estende dal sud del Canada al nord dell’Argentina, passando dalle sterminate praterie delle Grandi Pianure americane agli aridi deserti della frontiera messicana, dalle paludi della Florida fino alle savane tropicali del cerrado in Brasile. Un’espansione del genere ha portato con sé una vasta gamma di adattamenti evolutivi che hanno permesso a questi ofidi di prosperare in una grande varietà di ecosistemi e nicchie ecologiche. Ciò è evidente anche solo considerando le dimensioni delle varie specie. Infatti, si passa dai 30-40 cm del crotalo pigmeo (Sistrurus miliarius) agli oltre due metri del crotalo diamantino orientale (Crotalus adamanteus).
A cosa serve il sonaglio?
Ciò che accomuna tutte le oltre 50 specie di serpenti a sonagli è, appunto, il sonaglio. Questa struttura è costituita da “anelli” di cheratina aggiunti con ogni muta via via che l’animale cresce. L’emblematico suono deriva proprio dallo scontro di questi anelli a velocità incredibile, resa possibile dall’azione dei muscoli cosiddetti “tailshaker”. Questi muscoli sono addirittura più veloci di quelli delle ali di un colibrì! Il ruolo del sonaglio è prevalentemente difensivo, con il serpente che lo utilizza per manifestare la sua presenza e spaventare potenziali predatori. Tuttavia, recenti studi evidenziano come gli albori di questa caratteristica così unica siano probabilmente da ricercare nella caccia: nei serpenti a sonagli “basali” del genere Sistrurus, infatti, i muscoli tailshaker sono assenti o rudimentali. Il crotalo pigmeo (Sistrurus miliarius) si serve del suo piccolo e pressoché silente sonaglio per attirare ignare prede facendo loro credere che si tratti di un verme.
Effetti del morso
Il morso di serpente a sonagli può provocare effetti principalmente citotossici ed emotossici (ossia distruzione dei tessuti e anomalie nella coagulazione del sangue). Ciò lo si deve di enzimi quali metalloproteasi e serine proteasi. Altri sintomi sono i sintomi marcatamente neurotossici: difficoltà di movimento, perdita di lucidità, fino ad arrivare a insufficienza respiratoria dovuta a paralisi muscolare. La causa di questi effetti lo si deve alla fosfolipasi nota come crotossina e altre ad essa simili. Questi enzimi sono comuni soprattutto nel veleno di vari serpenti a sonagli dell’America Latina. Come ciliegina sulla torta, alcune popolazioni di specie come il famoso crotalo del Mohave (Crotalus scutulatus) combinano entrambe le categorie.
L’evoluzione del veleno
Ma cosa ha portato i serpenti a sonagli ad evolvere un simile mosaico di tossine? Nonostante migliaia di studi e decine di volumi pubblicati su questi straordinari animali, la risposta rimane tutt’altro che scontata. La variabile che più di tutte influenza la costante evoluzione del veleno nei serpenti in generale (ma non solo) è la dieta. Spesso accade che il veleno venga progressivamente selezionato “su misura” delle prede consumate più frequentemente dal serpente. A loro volta, le prede sviluppano resistenza alle tossine in un circolo. Tale co-evoluzione preda/predatore è definita “corsa agli armamenti“. Altri elementi importanti da considerare sono il clima e le dinamiche evolutive dei serpenti stessi. Un’ultima motivazione, ma tutt’altro che confermato, sono i possibili effetti di ibridizzazione tra specie diverse.