Eolico post COVID-19
Nel post pandemia provocata dal COVID-19 molti paesi europei hanno deciso di investire nelle risorse rinnovabili ed in particolar modo nell’eolico per far ripartire la propria economia con caratteri green. Come abbiamo già discusso nel precedente articolo Rinnovabili post COVID, le risorse energetiche “pulite” non sono ormai solo un “dovere nei confronti dell’ambiente” (e dei patti presi a Parigi e negli incontri COP seguenti), ma risultano le tecnologie spesso più convenienti sul mercato.
Prima di entrare nel dettaglio dei nuovi investimenti facciamo un punto della situazione. Come si evince dal rapporto della WindEurope, in Europa nel 2019 sono stati installati 15,4 GW di nuova potenza, una crescita del 27% rispetto al 2018. L’Europa ottiene energia dal vento per 205 GW, tale da coprire il 15% del consumo elettrico.
Ad eccezione della Spagna che ha ancora puntato sull’eolico onshore, i principali nuovi investimenti vertono sull’eolico offshore, di cui il Regno Unito è leader in Europa.
Qui vi aggiungiamo il report completo annuale realizzato da WindEurope: WindEurope-Annual-Statistics-2019
Eolico OFFSHORE in Europa
La Commissione Europea sta spingendo affinché entro il 2050 l’Europa possa produrre dai 240 ai 450 GW di energia elettrica solo da impianti eolici offshore. Nel mare del Nord sono realizzabili fino a 380 GW di eolico offshore entro fine metà secolo secondo WindEurope e, come volevasi dimostrare, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Belgio e Germania hanno già iniziato la corsa verso la realizzazione degli impianti eolici offshore più grandi, ma si parla anche di ibridi con pannelli fotovoltaici galleggianti. Sono già state avviate le proposte di regolazione di volumi e spartizione adeguata del mercato, questi alcuni esempi recenti dei nuovi investimenti:
Regno Unito
Approvato a fine 2019, è in fase di realizzazione il progetto di Dogger Bank Wind Farms che si posiziona a circa 130 km dalla costa dello Yorkshire. Verranno sfruttate le Haliade-X, le turbine eoliche offshore più grandi al mondo con altezze di 260 metri e potenze di 12 MW ciascuna.
Ecco il video di presentazione della GE Renewable Energy:
Paesi Bassi
Shell ed Eneco hanno vinto l’ultimo appalto indetto per la realizzazione del nuovo parco eolico offshore Hollandse Kust Noord. Sarà realizzato a circa 18 km dalla costa dell’Olanda Settentrionale e dovrebbe risultare operativa già per il 2023 con una produzione prevista di 3,3 TWh l’anno. Permetterà di coprire il circa il 16% del fabbisogno del Paese con 69 turbine di 11 MW di potenza ciascuna.
Sarà un progetto all’avanguardia in quanto prevede un impianto fotovoltaico galleggiante, un elettrolizzatore per produrre idrogeno, sistemi per minimizzare l’effetto negativo di ‘scia’ che gli aerogeneratori hanno tra loro e due soluzioni di accumulo energetico.
Eolico OFF SHORE in ITALIA
In Italia non si è ancora investito sull’eolico offshore, unico progetto da 30 MW di Taranto è un near shore vicino l’area industriale. C’è da dire sicuramente che le coste italiane non presentano una particolare vantaggiosa condizione ventosa, specie rispetto al mare del Nord ed il mar Baltico, tuttavia sono stati presentati 3 progetti nel periodo lockdown che potrebbero cambiare la situazione energetica a livello locale ed eventualmente nazionale.
Il primo progetto punta all’istallazione di 59 aerogeneratori nell’area al largo di Rimini (parliamo di 10-20km), con una potenza totale di 330 MW. Questo progetto prevede tuttavia l’installazione con fondazioni nel fondale, il che andrebbe ad impattare maggiormente a livello ambientale rispetto all’ormai più gettonato eolico galleggiante.
Altro dubbio riguardo questo progetto è, appunto la limitata risorsa eolica del mare Adriatico che potrebbe non rendere così economicamente vantaggioso l’impianto.
Il secondo progetto riguarda la realizzazione di parchi eolici nel canale di Sicilia a circa 30 km dalla costa. In questo caso, specie data la profondità del fondale, si parlerebbe di eolico offshore galleggiante con ottime condizioni ventose. Si tratterebbe di 25 turbine da 10 MW per un totale quindi di 250 MW.
Il terzo progetto è stato presentato per la realizzazione di 42 turbine da 12 MW a testa per la costa sud-occidentale della Sardegna per un totale di 500 MW. Come il progetto precedente, anche in questo caso si avrebbero buone condizioni ventose e offshore galleggiante a 30 km dalla costa.
Stiamo parlando di un eventuale investimento totale di 3 miliardi di euro con fabbisogno di acciaio per le turbine stimato sulle 400 mila tonnellate. Si tratterebbe quindi di un grande rilancio per l’economia del sud con la creazione di molti nuovi posti di lavoro e lo sfruttamento di energia green.
Conclusioni
Ci stiamo muovendo sempre più velocemente verso un futuro energetico completamente rinnovabile, prova lampante è la stessa Shell, storico colosso delle fonti fossili, che si fa strada nell’eolico offshore per non perdere la pole position per quella che probabilmente sarà la corsa definitiva della nuova rivoluzione industriale che vivremo in questo secolo. La Cina è già leader nella produzione di fonti rinnovabili così come gli USA in diversi settori (eolico in primis, la GE Renewable Energy che produce la Haliade-X è statunitense), la domanda quindi è: riuscirà l’Italia ad inserirsi da subito in questa corsa all’ “oro verde“?
Fonti