Fridays For Future: la sveglia la danno i giovani
“Fridays for future”
Non si sa quanto sia merito dell’ “effetto Greta Thumberg”, la ragazzina svedese ormai celebre in tutto il mondo. Non si sa quanto abbiano avuto un ruolo le foreste bruciate recentemente, le campagne di sensibilizzazione, le prese di posizione di personaggi famosi. Alla fine poco importa: il dato di fatto è che l’opinione pubblica di tutto il mondo, nel corso del 2019, è diventata più consapevole sul tema del “climate change”. Che qualcosa stia cambiando l’hanno dimostrato diverse rilevazioni (tra cui quella proposta qua sotto), ma soprattutto l’hanno dimostrato le persone stesse.
Nelle ultime settimane, le strade di tutto il mondo si sono riempite di manifestanti. Nel “Fridays for future” precedente al Climate Action Summit delle Nazioni Unite (tenutosi il 21 settembre), gli scioperi avevano avuto luogo in più di 800 città statunitensi. Il venerdì della settimana successiva (27 settembre), gli scioperi si sono replicati in tutto il resto del mondo. Dal Canada all’Australia, dall’India al Sud Africa, più di 4 milioni di persone hanno manifestato per chiedere un deciso cambiamento di rotta a tutti i leader del pianeta.
Guardando alla sola Italia, i numeri, se confrontati anche solo con quelli dello sciopero precedente (marzo 2019), sono notevoli. Più di un milione di persone, in più di 180 città diverse, ha aderito all’iniziativa. Il Team di E-nsight è stato presente sia a Milano che a Roma. Ecco due brevi report che raccontano com’è andata nelle due città.
Milano
Una marea di ragazzi. Moltissimi i cartelli ironici, simpatici, creativi, fantasiosi. Facce determinate, ma sorridenti. Non è una manifestazione di pacifisti, ma di sicuro è un manifestazione pacifica: nessuna fazione politica o ideologica, nessuno a rovinare l’atmosfera. Solo tante voci che si alzano all’unisono, consapevoli del fatto che solo insieme le cose si riescono a cambiare: il coro più ricorrente è “Scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu!”. Tanti anziani orgogliosi che applaudono, tante facce stupite. Una cronista mi chiede quanto siamo arrabbiati. Arrabbiati? Macché, non siamo qui per fare i ribelli. Non ne abbiamo bisogno: siamo noi la maggioranza adesso. L’aggressività non paga; pagano la consapevolezza di poter fare qualcosa, la voglia di informare e informarsi, la voglia di disegnare il futuro insieme. Questa consapevolezza si vede tutta al termine della marcia: il Politecnico di Milano espone alcuni dati sul cambiamento climatico; gli speaker parlano di idee, danno consigli su come ognuno di noi potrà agire nel concreto anche dopo lo sciopero. Non c’è più tempo di dare retta ai pochi negazionisti: c’è solo voglia di cambiare, una volta per tutte.
Roma
É stato bello vedere così tante persone, soprattutto giovani, manifestare per il futuro. “Insieme facciamo paura” era uno dei cori intonati da noi studenti scesi in piazza qui a Roma.
Vogliamo farci sentire e far svegliare negazionisti, politici ed i molti che ci hanno criticato, dicendoci di tornarcene in classe o giudicando sui social le nostre azioni con termini come “incoerenza” o “pretesto”.
Ancora una volta uniti per il Fridays for future come a Marzo. Alcuni di noi animati da sentimenti contrastanti, un misto di rabbia, per il futuro che stiamo bruciando, ma anche di felicità nel vedere che siamo più di 100.000 qui, nelle strade della Capitale. Per il Fridays for future di Marzo eravamo in 35.000, adesso siamo il triplo. In piazza dei Cinquecento di alza forte la voce di tutti, grandi, bambini e ragazzi che pretendono un cambiamento per salvare il nostro futuro, ora ci sentono anche con i tappi alle orecchie.
Fonti:
- Jobnews.it
- Foto a cura di Francesco Prodi (Milano) e Rita Maria Burdo (Roma)
- World Economic Forum
- Immagine di copertina
- Reportage della manifestazione di Marzo