Il Commodore 64 tra passato e presente
Dalle ultime tecnologie nel campo delle intelligenze artificiali, a qualcosa di molto più retro. Oggi parliamo dello storico Commodore 64.
Gli over 40 lo avranno quasi sicuramente utilizzato almeno una volta nella loro vita, i più giovani ne avranno sicuramente sentito parlare. Il Commodore 64 è un home computer che ha segnato un’epoca: quelli degli anni 80.
Entrato nel Guinness World Record come computer più venduto nella storia (record tutt’oggi imbattuto) il Commodore 64 deve il suo nome alla quantità di memoria RAM installata su di esso, ossia esattamente 64 KB, che all’epoca erano molto più che sufficienti considerando che veniva montata la stessa quantità sull’Apple II e 48 KB sull’Atari 800. Nonostante il mercato a cui apparteneva il C64 fosse quello low-end, esso rivaleggiava con i suddetti due dispositivi per qualità audio e grafiche grazie, rispettivamente, alle schede SID 6581/8580 e VIC-II.
Il C64 deve probabilmente la sua fama grazie anche al fatto che era possibile acquistarlo nei normali negozi al dettaglio e non in quelli d’elettronica com’era invece consuetudine negli anni 80.
L’HARDWARE
CPU E MEMORIE
Il Commodore 64 era dotato di un microprocessore MOS Technology 6510/8500, una CPU ad 8-bit con 40 pin dual-in-line e una frequenza di clock che variava tra 0.985 MHz nella versione PAL e 1.023 MHz nella versione NTSC.
Per quanto riguarda le memorie, come precedentemente sottolineato, il C64 era configurato con 64KB di memoria RAM (dei quali 38 erano dedicati ai programmi in BASIC), 512 byte di memoria dedicata all’archiviazione dei dati relativi ai colori dello schermo e ben 20 KB di memoria ROM.
LE SCHEDE
Concentriamoci adesso sui due maggiori punti di forza di questo dispositivo, ossia la scheda video MOS Technology VIC-II (6569/8565 per la versione PAL e 6567/8562 per la versione NTSC) e la scheda audio MOS Technology 6581/8580 SID.
LA SCHEDA VIDEO
La VIC-II era una scheda con un address space di 16 KB per schermo, caratteri e memoria sprite; quest’ultima è un tipo di memoria che si occupa della gestione delle immagini bitmap bidimensionali appartenenti ad uno sfondo. I casi di utilizzo erano quindi interfacce grafiche, immagini appartenenti a siti web e videogiochi.
La risoluzione video che era possibile raggiungere in modalità standard era di 320 x 200 pixel mentre si scendeva a 160 x 200 in modalità multicolore. I caratteri avevano una risoluzione pari a 40 x 25 pixel.
La CPU e la VIC-II potevano accedere al bus alternandosi durante i mezzi cicli di clock, ma se la scheda video lo richiedeva, poteva mandare in halt la CPU ed utilizzare un maggior numero di cicli.
Questa scheda, infine, era in grado di rappresentare fino a 16 colori.
LA SCHEDA AUDIO
La scheda audio MOS Technology 6581/8580 SID era altrettanto performante per gli standard dell’epoca.
Essa era dotata di 3 oscillatori audio programmabili indipendentemente che lavoravano ad un range di frequenza di 16-4000 Hz. Ogni oscillatore poteva generare 4 forme d’onda differenti: a dente di sega, triangolare, quadrata e pseudocasuale.
Oltre ai 3 oscillatori la scheda era fornita di un filtro multimodale che poteva operare come passa-basso, passa-alto e passa-banda; 3 modulatori ad anello, 2 convertitori analogico-digitale ad 8 bit (che venivano utilizzati per gestire gli input delle periferiche di gioco e del mouse), un input per audio esterno che permetteva il mixing dell’audio anche con sorgenti esterne ed infine un generatore di numeri casuali, che veniva utilizzato anche per la generazione delle suddette onde pseudocasuali.
L’ALIMENTAZIONE
Tutti i componenti sopracitati insieme alle periferiche esterne che era possibile collegare al Commodore 64 venivano alimentati da 5V in corrente continua e 9V in alternata forniti da un “power brick” esterno che veniva collegato al C64 tramite un connettore femmina a 7 pin DIN presente sul calcolatore.
La prima cosa che giunge all’attenzione è chiaramente la differenza di prestazioni tra il C64, rilasciato nell’agosto del 1982, e i computer di oggi… Conferma di quanto la Legge di Moore sia quasi sempre stata rispettata nel corso degli anni.
IL SOFTWARE
Il Commodore 64, come la maggior parte dei computer ad uso domestico degli anni 80, aveva al suo interno un interprete BASIC, mentre il sistema operativo era il Commodore KERNAL.
IL KERNAL
Il KERNAL era ovviamente un sistema operativo ad 8-bit e risiedeva nella ROM. Esso era costituito da routine a basso livello “vicine all’hardware” che oggi possiamo paragonare al BIOS oppure al più moderno UEFI. La parte di ROM dedicata al KERNAL risiedeva negli ultimi 8 KB dell’address space di 64 KB di una CPU ad 8-bit.
La jump table del KERNAL era modificabile in modo da poter eseguire routine scritte dall’utente al fine, per esempio, di visualizzare grafiche animate sul display.
I giochi in cartuccia dell’Adventure International, ex casa editrice di videogiochi, sfruttavano proprio quest’utilizzo, all’epoca innovativo, della jump table.
Il Commodore 64 infatti, non è stato solo un normale computer ad uso domestico bensì un pilastro fondante del gaming negli anni 80 e lo è tutt’oggi per quanto riguarda il retrogaming, ossia la ricerca nostalgica nel videogiocare a titoli appartenenti a decine di anni fa, possibilmente sulle piattaforme per cui erano stati pensati.
I giochi del Commodore 64 potevano essere copiati su disco, caricati nel calcolatore oppure eseguiti senza modifiche.
IL BASIC E IL SUO INTERPRETE
Mentre il KERNAL si concentrava sulle routine a basso livello, le routine ad alto livello e gli altri tipi di programmi sfruttavano il linguaggio di programmazione BASIC. Questo portava a due vantaggi principali: il primo è il full-screen editor, che permetteva di superare l’handicap di avere solo due tasti cursore sulla tastiera del C64, mentre il secondo era quello di salvare file su qualsiasi dispositivo, incluse cassette e dischetti, mentre la maggior parte dei dispositivi dell’epoca permettevano solo il salvataggio su quest’ultimi, che erano inoltre più costosi.
Il Commodore 64 si avviava sulla schermata dell’interprete BASIC e i vari comandi potevano essere passati in modalità live. Se il programma veniva interrotto, il valore delle variabili veniva salvato nella RAM ed erano consultabili per il debugging, caratteristica molto utile soprattutto per i programmatori. Oggi tutte queste funzionalità vengono date per scontate ma ai tempi non lo erano affatto.
Ricordiamo comunque, che le capacità prestazionali dei computer agli antipodi non erano delle più eccellenti, per cui alcune delle routine scritte in BASIC richiedevano un periodo di tempo non indifferente per essere portate a termine. Per questo motivo i programmatori dovevano trovare l’escamotage più adatta per velocizzarle.
IL FENOMENO RETROGAMING E IL RILASCIO DEL C64 MINI
Come abbiamo accennato poco prima, il retrogaming riguarda il giocare oppure il collezionare vecchi computer, console e i loro relativi titoli videoludici.
Il retrogaming si divide sostanzialmente in 3 sottogruppi: vintage retrogaming, retrogaming emulation e ported retrogaming. Il primo di questi è forse la forma più pura di retrogaming in quanto si tratta di giocare titoli originali sull’hardware originale per cui erano stati progettati; il retrogaming emulation consiste nell’installare un software su un’altra piattaforma che emuli l’hardware originale e che sia in grado di leggere i file relativi al videogioco; infine il ported retrogaming consiste nel ricompilare i vecchi videogiochi e riadattarli alle console e ai computer di nuova generazione.
Come sottolineato precedentemente, il Commodore 64 è tutt’oggi uno dei prodotti più nostalgici di questo panorama per quanto riguarda tutti e 3 i sottogruppi, soprattutto per i suoi titoli più famosi.
IL 29 MARZO È USCITO THEC64
A tal proposito i retrogamer possono leccarsi i baffi in quanto il 29 marzo è uscito il nuovo THEC64 Mini, ossia un remake in piccola scala del Commodore 64.
THEC64 è distribuito da Koch Media e sviluppato da Retro Games Ltd e nella confezione di quest’ultimo possiamo trovare oltre che ovviamente il remake del C64 un joystick classico USB, un cavo di ricarica USB e un cavo HDMI. Il dispositivo è dotato di tecnologia Pixel Perfect che emula l’esperienza di gioco su un televisore a tubo catodico e, collegando una tastiera, è possibile anche usufruire dell’interprete BASIC.
Il firmware è aggiornabile tramite USB e di serie il dispositivo esce con già 64 grandi titoli pre-installati, tra i quali:
- Alleykat
- Anarchy
- Armalyte – Competition Edition
- Avenger
- Battle Valley
- Bounder
- California Games
- Chip’s Challenge
- Confuzion
- Cosmic Causeway
- Creatures
- Cyberdyne Warrior
- Cybernoid: The Fighting Machine
- Cybernoid II: The Revenge
- Deflektor
- Everyone’s a Wally
- Firelord
- Gribbly’s day Out
- Hawkeye
- Heartland
- Herobotix
- Highway Encounter
- Hypsteria
- Impossible Mission
- Impossible Mission II
- Inspects in Space
- Iridis Alpha
- Mega Apocalypse
- Mission A. D.
- Monty Mole
- Monty on the Run
- Nebulus
- Netherworld
- Nobby the Aardvark
- Ranarama
- Robin of the Wood
- The Arc of Yesod
È possibile inoltre aggiungere altri titoli sempre tramite USB.
IL COMMODORE 64 DAY DI MILANO
Per concludere, tutti gli appassionati di retrogaming, retrocomputing, possessori ed ex-possessori di C64 o semplicemente i curiosi di questo dispositivo potranno prendere parte al Commodore 64 Day, evento che si svolgerà a Milano sabato 7 aprile presso il Santeria Social Club. L’evento nasce per festeggiare l’uscita del THEC64 ed è stato organizzato da Starmale.net in collaborazione con Santeria e il supporto del partner ufficiale dell’evento, Koch Media. Prenderanno parte personaggi di spicco del settore… Sicuramente un occasione da non perdere!
Trovate maggiori informazioni a questo indirizzo.
Siete appassionati di retrogaming, possedete un vecchio C64, pensate di comprare il nuovo THEC4? Scrivetemelo nei commenti oppure inviate un’e-mail all’indirizzo [email protected] .
Bell’articolo.Complimenti..!!!